Pubblicato in data 28 Novembre 2008


La CURIA di NOTO:
“Il Caso Mammanelli”

MAI UNA SERIA INDAGINE DELLA CHIESA LOCALE
SOLO UN BREVE INCONTRO COL VESCOVO PER GIUDICARE UN'APPARIZIONE DURATA 22 ANNI ...UNA ASSURDITA' DI QUESTA DIOCESI, UN AFFRONTO AL CIELO!



Premesso che in tutti questi anni molto si è detto e si è scritto, sia nel bene che nel male, sul Caso Mammanelli, cioè delle presunte apparizioni della Madre di Dio all’anziano contadino Giuseppe Auricchia, si spera che questo scritto possa dare un contributo alla ricerca della verità.
Il desiderio è informare, facendo emergere dei “particolari sottovalutati” ma importanti per un “giudizio imparziale” del Caso Mammanelli da parte della stessa Chiesa.

È noto che il vescovo diocesano che seguì fin dall’inizio la vicenda delle presunte apparizioni celesti al Signor Giuseppe Auricchia, iniziate a Mammanelli contrada di Avola (SR) nel 1990, è stato mons. Salvatore Nicolosi, vescovo fino al 19 giugno 1998.
Egli dimostrò da subito la sua personale opposizione, già dal primo colloquio del 20 dicembre 1990, avvenuto in Curia e, presente oltre al Signor Auricchia, anche il suo parroco, Emanuele Moncada, che lo aveva lì condotto.

Quel primo incontro tra il Signor Auricchia ed il suo vescovo non finì affatto bene, vi furono “scintille” e ne sono prova i seguenti episodi.
Il parroco Moncada che con la propria auto doveva riaccompagnare il Signor Auricchia dalla Curia vescovile di Noto ad Avola, distante otto km circa, era stato anche partecipe al colloquio, e durante il ritorno rivolse il suo disappunto al Signor Auricchia, fu contrariato a tal punto che lo fece scendere dalla sua auto qualche chilometro dall'abitazione di questi, lasciando l'uomo ultrasettantenne a piedi in quella fredda sera del 20 dicembre 1990.

Il vescovo quella sera non credette ad Auricchia, al quale chiese chiaramente di ritrattare tutto minacciandolo in caso contrario di farlo dichiarare un “povero pazzo”, in tutte le parrocchie della diocesi, cosa poi effettivamente avvenuta nelle successive settimane, infatti, i sacerdoti si adeguarono alle direttive del vescovo, raccomandando esplicitamente ai fedeli di non andare più a Mammanelli e di evitare il Veggente.
Potere legittimo della Chiesa, per la difesa e la protezione spirituale dei fedeli, solo se fatta entro le regole della stessa Chiesa.

Ma è stato effettivamente così per il Caso Mammanelli?
Tutto questo si svolse ad appena l’ottava apparizione al Veggente, incluse le prime tre mantenute nel silenzio ed il vescovo già quella sera gli disse che “non era la Madonna che gli appariva a lui, povero contadino semianalfabeta”, chiedendogli anche di ritrattare tutto.

La domanda è spontanea: con quali prove, con quali indagini, con quali accertamenti il vescovo prese quella fulminea decisione? Perché? Per quale o quali motivi?
Il rifiuto del Signor Auricchia a ritrattare tutto fu perentorio, egli già sapeva della richiesta perché era stato preavvertito dalla Madonna su quello che gli avrebbe detto il suo vescovo, cosi fu pronto a non rinnegare quello che lui vedeva e sentiva nelle apparizioni, a non rinnegare la Madonna solo per assecondare il suo vescovo, per il quale ha sempre e comunque continuato a pregare.



Dice il Vaticano...

Il Vaticano, in duemila anni di Cristianesimo, ha riconosciuto poco più di una ventina di apparizioni mariane su una cifra di più di duemiladuecento presunti casi segnalati, da qui notiamo la prudenza della Chiesa sull’argomento “Apparizioni e Rivelazioni Private ”.
Su questo argomento non esiste una vera legislazione, infatti non ne parla né il Codice di Diritto Canonico del 1917, né quello del 1983.
A questo proposito, il 25 febbraio 1978, la Chiesa Cattolica Romana, tramite il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Cardinale Franjo Seper, ha emesso un documento-guida per la prassi da seguire in tutte le chiese locali, in tutte le diocesi e da tutti i vescovi, per questi particolari casi, affinché da queste autorità ecclesiali vi sia un corretto comportamento, omogeneo per tutte le situazioni, il documento è chiamato “Norme sul modo di procedere per giudicare delle presunte apparizioni e rivelazioni private”, il documento è sub-secreto, cioè non è di dominio pubblico ma il Mariologo René Laurentin, nei sui numerosi testi e documenti pubblici, ce ne descrive il contenuto.

Si dovrebbe seguire da parte dei vescovi e della Sede Apostolica, una prassi che consiglia di:

  1. Eseguire un esame completo ed accurato dei fatti;
  2. Appurare la conformità dei messaggi all'insegnamento della Chiesa;
  3. Constatare la trasparenza degli eventi, per cui l'apparizione è un servizio reso alla Chiesa e non può causare protagonismo nei veggenti o la nascita di riti bizzarri;
  4. Esaminare se ci sono dei segni con i quali Dio conferma il suo operato;
  5. Accertare la salute mentale e la patologia dei veggenti;
  6. Vedere se i veri frutti sono quelli della conversione e del ritorno a Dio;
  7. Riconoscere, a giudizio del Vescovo, la provenienza soprannaturale o meno dei fatti.

Ma cosa è successo per il Caso Mammanelli?
A proposito del quinto punto, dopo anni che il vescovo lo dichiarava pazzo, fu iniziativa del Signor Auricchia che in umiltà, si sottopose a visita neuro-psichiatrica e relativi controlli medici, effettuati il giorno 8 maggio 1998, dal Dottor Giovanni Cappellani di Siracusa, specialista in malattie nervose.
Dopo l’accurata visita, il dottor Cappellani certificò: “L’esame neurologico normale per l’età”.
Questo certificato medico venne consegnato al vescovo mons. Nicolosi, il quale non lo ha mai preso in considerazione e, cosa ancor più sconcertante, non ha mai ritrattato o modificato il suo pensiero originario sul Signor Giuseppe Auricchia.
Questo certificato medico venne pure pubblicato nel 2003 su una rivista nazionale.
Così la Curia di Noto, diocesi competente per territorio assunse, sin dal 1990 cioè dopo appena pochi mesi dall’inizio delle apparizioni, una posizione ufficialmente contraria al Caso Mammanelli, una posizione presa su due piedi dal vescovo Nicolosi, senza che egli nei successivi otto anni di vescovado abbia dato seguito alle direttive del Vaticano, senza mai istituire una commissione che esaminasse il Caso.
Una posizione presa senza aver mai fatto indagini con i criteri della stessa Chiesa, e:

Si potrà obbiettare che il vescovo avrà avuto i suoi motivi.
Giusto! Ma quali? Quali sono i motivi che possono impedire di svolgere un controllo imparziale su quanto avveniva e quanto è avvenuto intorno a Mammanelli?
Quali sono i motivi che hanno impedito di cogliere i segni di conversione e di ritorno a Dio di molti cristiani?
Per il Vaticano è solo il vescovo che può, dopo avere indagato sulle presunte apparizioni o rivelazioni attraverso una commissione, prendere tre tipi di decisioni:

  1. Constat de supernaturalitate (il caso è di origine soprannaturale);
  2. Constat de non supernaturalitate (il caso non è di origine soprannaturale);
  3. Non constat de supernaturalitate (non è possibile stabilire se il caso è di origine soprannaturale)

Per il Caso Mammanelli, dopo 18 anni ad oggi, 2008, di continue apparizioni, non c’è stato un pronunciamento in questi termini del vescovo diocesano. Il Vaticano è stato ufficialmente assente, mons. Salvatore Nicolosi è divenuto emerito ed il successore dal 19 giugno 1998, è stato mons. Giuseppe Malandrino, fino al 6 ottobre 2007, anche egli vescovo emerito a questa data.
Quest’ultimo ha trovato una situazione già evoluta, già consolidata nella contrarietà all'apparizione di Mammanelli, ma ha mantenuto uno spirito di controllo più neutrale, con l’osservazione e l’informazione epistolare sui fatti o anche direttamente dallo stesso veggente, mostrandosi sempre disponibile a riceverlo in Curia.
Il Signor Auricchia ha riferito di in un incontro iniziale con mons. Malandrino, quando questi fu informato a proposito del certificato medico, egli ne rimase sorpreso, anche perché lo cercò invano tra i documenti dell’archivio della Curia.

In questa analisi, non ci siamo espressi sul contenuto dei messaggi ricevuti dal Signor Auricchia lasciando il compito alla Chiesa, certamente andrebbero vagliati in sede opportuna per la spiritualità e lo spessore morale, ma soprattutto per il contenuto Cristiano che da essi traspare.
La speranza è che il Vaticano possa un giorno esprimersi senza condizionamenti sul Caso Mammanelli.

Pagina pubblicata il 28 novembre 2008



H  O  M  E